Dalla Cappella di San Severo ai Quartieri spagnoli di Napoli
La Pudicizia è un'opera che il principe Raimondo di Sangro dedica alla madre Cecilia Gaetani dell'Aquila d'Aragona morta pochi mesi dopo la sua nascita. L'opera commissionata allo scultore Antonio Corradini è esposta nella Cappella di San Severo a Napoli fin dal 1752 ed è rappresentativa dell'immagine che il giovane principe aveva della madre. Una donna perfetta che non sapremo mai quanto fosse veramente simile alla donna rappresentata. Un' immagine amplificata dal senso di abbandono e di solitudine, da rimorsi e rimpianti per una madre desiderata e mai avuta veramente. Ma che cos'è la Pudicizia? E' un'atteggiamento di estrema riservatezza e di naturale ritrosia nei confronti del sesso. Si tratta di istintiva ripulsa del contatto fisico che spesso si traduce in un divieto morale, un tabù appunto. La locuzione noli me tangere posta alla base dell'opera è usata per indicare il tabù del contatto. Un'opera che rende materialmente viva la bellezza eterea, celestiale, spirituale ma che non si può toccare. Una madre mostrata come una virtù intoccabile per lui così come per gli altri. Un velo che fa trasparire un corpo desiderabile ma inarrivabile. Un velo che lascia scrutare, ma che non fa mai vedere tutto fino in fondo. Una seduzione composta, senza sesso né malizia. Un'opera - si dice - rappresentazione della Sapienza un tempo svelata a pochi e che oggi giunge fino ai quartieri popolari della città.
La Pudicizia Quartieri spagnoli Bosoletti
La Pudicizia Quartieri spagnoli Bosoletti
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